Gli abiti trasformabili Clotilde
I trasformabiti Made in Italy
Gli abiti trasformabili Clotilde
C’era(no) una volta a Prato due gentil donzelle che amavano la moda, l’ambiente ed erano tanto, ma tanto creative. Le donzelle si sentivano scomode nei loro panni e per piacersi di più (che non guasta mai) hanno deciso di crearne altri. >.
Costanza Turchi e Silvia Bartolini (le gentil donzelle) si sono incontrate nel 1999 e dopo un percorso di studi artistico, con altre due donzelle e hanno preso uno spazio dietro Santa Chiara a Prato. Insieme hanno iniziato a giocare, a studiare i capi di abbigliamento, a decostruire per creare nuove forme di vestibilità.
I TRASFORMABITI
Nascono qui in fase sperimentale gli abiti trasformabili, i cosiddetti TRASFORMABITI, per stravolgere l’identità di un capo. Contemporaneamente le ragazze da quattro diventano due e aprono la loro società. Nasce il brand Clotilde: un nome da zia che parla di identità e di Made in Italy.
Dopo Crea Si torniamo a parlare di moda femminile con gli abiti trasformabili Clotilde, dedicati alle donne pratiche, che viaggiano e che hanno desiderio di sentirsi sempre belle e adeguate ad ogni situazione.
Per Clotilde non esiste l’abito bello se non quello che ti accompagna a servizio della tua identità. Non è lui che costringe te ma tu che stai bene con lui.
“Non esiste l’abito bello, esiste solo l’abito che ti fa sentire bella!”
Costanza Turchi e Silvia Bartolini
Silvia e Costanza per realizzare i TRASFORMABITI sono partite dalla decostruzione e dalla loro esperienza di cenciaiole
Prato infatti è la patria del riciclo: qui arrivavano gli stracci che venivano divisi in fibre e poi distrutti per recuperare nuova fibra. Gli stracci erano confezionati in balle e, dopo l’eliminazione di bottoni, lampo e fodere, erano classificati per fibre e colore. La lana rigenerata nasce qui dalla stracciatura di abiti e scarti di tessuto provenienti da tutta Italia e dagli Stati Uniti.
Costanza e Silvia si tuffavano nelle balle, sperimentavamo i tessuti, i pantaloni, i capispalla. Imparavano le regole della sartoria per distruggerle. Poi univano la parte creativa.
Le linee di Clotilde nascono a Prato
Oggi le Clotilde per creare le loro collezioni partono dalla stoffa: guardano i tessuti, ascoltano le fibre, comprendono le caratteristiche. Così prende forma il primo prototipo, poi i degni e le fotografie. Dipingono e sperimentano con le opere degli artisti e con i ferri, pur non essendo delle magliaie. Raccolgono tutte le contaminazioni e poi iniziano a pulire.
Dopo la prototipia, si crea il modello vero e proprio e si da il via alla commercializzazione.
“Un abito non ha stagione. L’abito deve essere demodabile. Puoi metterlo nell’armadio per un anno e poi lo rimetti!”
Costanza Turchi e Silvia Bartolini
Gli abiti trasformabili Clotilde
I trasformabiti Made in Italy
Accanto agli abiti trasformabili Clotilde inserisce le collezioni. Silvia e Costanza non sono dentro la moda e non seguono le mode dettate dal fashion system. I loro capi seguono il loro momenti di vita e le loro ispirazioni. Quando Costanza è rimasta incinta, quando hanno cambiato sede, le forme di Munari, lo spazio, la diversità e l’apertura, in questo momento di grande chiusura.
Gli abiti trasformabili di Clotilde sono tre: la magliabito, la tutabito, la pantagonna. Segui i link per vedere nel video come indossarli.
Gli abiti di Clotilde non seguono le mode
Con i TRASFOMABITI viaggi leggero, tre capi, tante vestibilità. Il materiale è confortevole, di facile manutenzione, traspirante e anti piega. Nasce come materiale per lo sport e la biancheria.
Potete trovare Clotilde nel loro bellissimo spazio in spazio in campagna, un’altalena per le telefonate difficili e un gatto che ha fatto famiglia. Lo spazio è aperto 3 giorni a settimana o per mostre ed eventi.
Il loro sogno è resistere in questo mondo difficile, sentirsi bene con quello che fanno e guadagnarci qualcosa.
Che dire alla gentili donzelle? Bravissime, questo è saper lavorare!
Potete trovare gli abiti trasformabili Clotilde e tanto altro nel loro sito web.
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