Termoarredo di design: riscaldare decorando
Il design italiano nei caloriferi
Come scegliere il termoarredo?
Continuano i nostri suggerimenti per arredare, restaurare o semplicemente dare una ventata di novità alla vostra casa. Dopo l’articolo su come trasformare uno spazio e come valorizzare gli ambienti con la luce, oggi grazie alla collaborazione con Habitissimo parliamo di termoarredo, di design italiano e, ovviamente, di Made in Italy.
Non è un caso che il neologismo “termoarredo” preveda la fusione di due concetti: riscaldare ed arredare. Cosa avrebbe pensato l’ingegnere russo (ma di origini italiane!) Franz Karlovich San Galli quando a metà del 1800 ideò e realizzò il primo termosifone in ghisa, avviando, così, una vera e propria rivoluzione nel campo del riscaldamento domestico?
Se si considera che i primi esemplari di termosifone furono creati da lui per riscaldare le prestigiose ed eleganti serre di una delle residenze dello Zar di Russia, è facile immaginare quanto la moderna evoluzione del suo termosifone avrebbe potuto gratificarlo.
Il termoarredo oggi risponde dunque a due esigenze, diventando in alcuni casi un punto focale della stanza: il design accattivante di questo successore del vecchio calorifero in ghisa diventa protagonista di una parete, letteralmente, decorandola.

Se il vecchio calorifero in ghisa, col tempo, grazie alle nuove tecnologie ed all’impiego di nuovi materiali come l’acciaio e l’alluminio ha migliorato le sue prestazioni, il termoarredo raccoglie quest’eredità, portando questi materiali a standard di grande livello.
Ai giorni nostri, la domanda ricorrente è: quale termoarredo si mostra più efficiente? Quello classico in ghisa? Quello leggero in alluminio? O quello sfavillante in acciaio?
Va anzitutto chiarito che tutti e tre questi materiali possiedono punti di grande forza. La scelta del termoarredo può basarsi anche su aspetti che investono altre valutazioni: per esempio la resa estetica, il prezzo, la facilità d’installazione, la tenuta nel tempo.
Termoarredo: ghisa, alluminio o acciaio?
Se la ghisa è capace di mantenere calore per molto tempo, anche dopo aver spento il riscaldamento, ci vorrà un po’ più di tempo per far si che il termoarredo si riscaldi. Il suo prezzo è tra i più bassi in assoluto ma garantisce un’ottima durata nel tempo.
L’alluminio, più economico dell’acciaio e molto versatile perché plasmabile e modellabile in forme sinuose ad accattivanti, ma non conferisce calore così a lungo come la ghisa. La sua leggerezza può portare a forme più elaborate di termoarredo e a misure più importanti senza risultare eccessivamente pesante.
Tuttavia, è l’acciaio il materiale più all’avanguardia tra i tre. Anche il più costoso, ma di certo mantiene quello che promette. Durata eccellente in quanto a mantenimento del calore e un’innata passione per lo scintillio, è l’acciaio a catturare le scene. I termoarredi in acciaio sono in alcuni casi capaci di impreziosire, da soli, una parete. L’acciaio domina il design contemporaneo, consolida lo stile minimal, caratterizza gli ambienti si impone tra i materiali con dichiarata passione per il futuro

Se un termoarredo ha una vocazione è quella di lasciarsi guardare, riscaldare l’ambiente non è più sufficiente
Il design italiano, in questo settore, eccelle nella formulazione di linee sempre nuove che strizzano l’occhio all’arte contemporanea, in alcuni casi confondendo il fruitore.
È quello che accade col termoarredo “Scaletta“, una nuova idea di disegnare il calorifero.
Termoarredo di design
Simulando in modo impeccabile una scala appoggiata distrattamente alla parete, questo termoarredo diventa comodissimo per poggiare le salviette in bagno, per riscaldare un angolo anonimo, per colorare la stanza attirando gli sguardi.
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P:S: L’articolo è stato pubblicato grazie alla collaborazione con Habitissimo, il portale leader in Europa meridionale e Sud America, che mette in contatto privati che hanno bisogno di una ristrutturazione o riparazione con professionisti del settore.
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