Chef vegani
La storia di Luciana Milia
Come diventare chef vegani?
Un percorso lungo, fatto di studio e impegno, che parte da un profondo cambiamento del proprio stile di vita. Ecco cosa si sono dette a proposito L’Orata Spensierata e la cuoca sassarese (ma cittadina del mondo) Luciana Milia.
Ho incontrato Luciana a Sassari, in una splendida giornata primaverile; ci siamo godute un caffè all’aperto e abbiamo parlato per quasi due ore di cosa significhi per lei essere vegana e, in particolare, essere una cuoca vegana.
Bisogna imparare a mangiare con il cuore oltre che con la pancia, mi dice Luciana Milia. E in questa dichiarazione sta il manifesto del suo movimento, ionontimangio, attivo dal 2014, che raccoglie adesioni da tutto il mondo e che si prefigge di diffondere la filosofia vegana, che prevede rispetto e amore reciproco tra uomini e animali, considerati esseri viventi con pari dignità e con il medesimo peso nell’economia dell’universo. Essere vegani e chef vegani significa non solo seguire una dieta, quindi, ma uno stile di vita.
Luciana Milia ha lasciato un lavoro sicuro e una carriera che le assicuravano una buona posizione sociale per fare esperienze all’estero; negli anni in cui ha vissuto in Francia, Spagna, Irlanda e Repubblica Ceca ha militato in diversi movimenti animalisti partecipando ad azioni “sul campo”; ha studiato medicina tradizionale tibetana e, poi, ha indirizzato tutte le sue dirompenti energie nello studio e nella pratica della cucina vegetariana e vegana con grandi nomi, come il celebre cuoco Simone Salvini o l’esperto di street food Giuseppe Tortorella.
Luciana oggi crede fermamente che il messaggio che le preme diffondere, ovvero che l’uomo deve esimersi dal consumare cibo di origine animale, passi anche e soprattutto attraverso la cucina. Una cucina buona, appagante, varia e appetitosa, che non comporti troppe rinunce e che sia praticabile da chiunque con un minimo di applicazione. Non posso che essere d’accordo con lei: spiegare le proprie ragioni con calma e dimostrare che si può predicare bene e fare ancor meglio è probabilmente l’unica via per acquisire autorevolezza e dare risalto al proprio messaggio.
"Essere vegani significa non solo seguire una dieta, quindi, ma uno stile di vita."
Luciana Milia
Chef Vegani: uno stile di vita e una cucina ricca e appetitosa
Una cucina buona, appagante, varia e che non comporti troppe rinunce
Durante il nostro incontro ho voluto togliermi alcune perplessità in merito al veganismo e agli chef vegani: come si può compensare la mancanza delle proteine animali in una dieta che ne fa completamente a meno? Luciana Milia, che ha una formazione scientifica, ha cercato di sciogliere i miei dubbi elencandomi i benefici che la dieta senza cibi di origine animale ha apportato alla sua salute e al suo benessere in generale. E che potrebbe apportare a chiunque, secondo i suoi studi e la sua esperienza.
Gli chef vegani e la cucina tradizionale regionale!
Ma, da amante della buona cucina e da foodblogger sempre attenta alla qualità delle materie prime e alla sostenibilità del piatto finito, la cosa che mi premeva di più era sapere come, in concreto, si esprime questa la scelta in cucina sua e degli chef vegani. È possibile seguire rigorosamente un regime vegano pur utilizzando – nel rispetto dell’ambiente e dei cicli naturali – prodotti a chilometro zero e di stagione? Cosa si può utilizzare per ottenere piatti piacevoli, buoni davvero, ricchi di sapore che siano anche belli da vedere? Come si può reinterpretare – per fare un esempio – una cucina regionale come quella sarda che prevede molte ricette a base di (ottimi, dico io) formaggi e che utilizza carne, soprattutto ovina e suina, pesce e miele?
“Reinterpretare i piatti della cucina sarda, la cucina delle mie origini, in chiave vegan è da tempo il mio sogno! E sto mettendo molto impegno nella sperimentazione” mi dice Luciana Milia e mi racconta come, utilizzando per esempio soia coltivata in Sardegna, stia producendo in casa latte di soia e tofu; oppure come dalle ottime mandorle sarde si possa ottenere un buon “formaggio” utilizzabile per farcire dei dolci ispirati alle seadas o dei ravioli di bietole o altre erbe selvatiche.
"Reinterpretare i piatti della cucina tradizionale regionale in chiave vegana si può!"
Luciana Milia
Perché una buona risorsa per gli chef vegani – e qui mi ci voglio, visto che sono un’entusiasta sostenitrice del foraging – sono le erbe selvatiche. Luciana Milia mi ha, in due minuti, elencato tantissimi usi golosi di bietole, asparagi, malva, borragine, aglio selvatico, finocchietto, ortica, tarassaco… tutte erbe diffusissime e indicate per piatti prettamente vegetariani e vegani. E non solo: abbiamo anche parlato della coltivazione della canapa per scopo alimentare, che trova in Sardegna terreno e clima perfetti. Con la farina di canapa prodotta nel sud dell’isola si possono impastare pani ispirati a quelli tradizionali sardi come il carasau.
Anche i legumi, che sono una preziosissima fonte di proteine e di ferro, fosforo, potassio, magnesio, vitamine del gruppo B, fibre e che sono quindi utilissimi nella dieta vegana, hanno in Sardegna una terra d’elezione e giocano da sempre un ruolo importante in molti piatti tradizionali dai quali basta eliminare quella piccola aggiunta di carne di maiale perché siano perfetti anche per un vegano.
Luciana Milia, dopo varie esperienze di aiuto cuoco e di organizzazione di eventi in chiave vegetariana e vegana è ora in partenza per “la stagione”; passerà la lunga estate delle Baleari a Ibiza, in un locale esclusivamente vegano dove avrà, per la prima volta, l’intera responsabilità della cucina. Dall’approvvigionamento alla creazione del menù: una vera svolta e la concretizzazione di tanto studio e impegno.
Al ritorno, chissà, un libro? Sì, mi risponde, dopo l’esperienza della raccolta di ricette di ionontimangio pubblicata a cura di Maria Grazia Sereni qualche tempo fa, presto vorrei pubblicare un nuovo libro di cucina, partendo magari dal gruppo che ho creato su Facebook che si chiama Sardegna Vegan Cook Team e che mi sta dando tanti spunti!
E aggiunge: Che ne dici di occuparti della parte fotografica?
Le foto che illustrano questo articolo, esclusa quella di copertina che è mia, sono scatti di Luciana Milia e sono tratti dal suo profilo Instagram, che si chiama ionontimangio. Potete contattare Luciana per qualsiasi informazione attraverso Facebook o direttamente sul sito di ionontimangio.
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