Non riesco a seguire la dieta: meglio digiunare?

Susanna Venanzi Dietista Specializzata in Scienze dell'Alimentazione e Nutrizione Umana

Viviamo in un’epoca in cui pare che giri tutto intorno al cibo: nascono più ristoranti che negozi di altro genere e fiumi di persone invadono le strade per fare la fila fuori a chioschi di patatine fritte e tosterie. È il caso di fermare la giostra del mangiare e pensare al modo di nutrirsi in modo consapevole?

Dopo l’articolo sull’indice glicemico torna la nostra Susanna Venenzi a parlarci di alimentazione corretta e diete.

Il digiuno è una valida alternativa?

Digiunare, è infatti, la proposta che sta correndo tra la gente che con ansia vuol sapere quale però sarà alla fine la ricompensa per aver tenuto a freno la gola.

Perché si sa nessuno fa niente per niente.

È difficile seguire una dieta, ma il digiuno è la soluzione giusta?

Questo è il paradosso per cui in molti, dopo aver fallito con diete restrittive, si informano su come poter perdere tanti chili non mangiando per un periodo.

Gli studi dimostrano che i topi digiunando per poco tempo – bastano 16 ore – rallentano il rischio di sviluppare tumori.

Un breve digiuno aiuta?

Per l’uomo invece il digiuno breve potenzia la risposta immunitaria, riduce l’infiammazione e migliora la capacità delle cellule di liberarsi da sostanze di scarto.

Esistono quindi dei benefici, ma niente a che fare con il dimagrimento.

“Etimologicamente “dimagrire” significa rendere magro, in senso figurato diminuire, consumarsi.”

Susanna Venanzi

Non riesco a seguire la dieta: meglio digiunare?

Susanna Venanzi

Questo è quello che accade seguendo folli diete che spopolano perché diventano di moda alla pari di un nuovo paio di scarpe.

Ma imparare a nutrirsi, ad amare il proprio corpo come ci insegna la “diaita” parola da cui deriva il più attuale termine di dieta è ben altro.

Diaita infatti significa modo di vivere molto salutare.

Era il termine con cui si indicava un ordine da osservare con precisione per avere una cura costante della propria vita.

L’obesità non può essere curata come un problema acuto per il quale basta una terapia ed è tutto risolto.

L’obeso ha un problema cronico

Lotta con il suo peso da molto tempo e la maggior parte delle volte ha numerose diete, non portate mai a termine, conservate in un cassetto con la speranza che arrivi quel famoso lunedì da cui ricominciare.

Il problema sta nel fatto che il cominciare diventa quasi sempre un ricominciare senza fine.

Pertanto bisogna insegnare al paziente a cambiare strada, ad abbandonare l’idea di una dieta restrittiva, castigante, spesso emarginante, difficile da seguire per tutti.

Bisogna prepararlo a gestire la propria vita alimentare nel modo corretto, senza paura del fallimento momentaneo, del dolce mangiato di nascosto.

Educarlo ad ascoltare di più il proprio corpo, i bisogni veri e non a chiudere soltanto la bocca.

Susanna Venanzi

Guest editor per Maria Laura Berlinguer

Condividi