Laura Micheli Gioielli Filosofali

La bellezza dell’imperfezione secondo una giovane designer

L’architettura gioca un ruolo molto importante nel lavoro dei designer di gioielli e dopo Matuta siamo felici di portarvi nel mondo colto e gentile di una giovanissima outsider, Laura Micheli, architetto e creatrice di bellissimi gioielli.

Nata a Novi Ligure Laura cresce partendo dalle sue radici. Uno dei nonni era proprietario di una fornace e, anche se non l’hai mai consciuto, già da bambina era già affascinata dall’idea che alcuni edifici della città fossero costruiti con quei mattoni. L’altro nonno lavorava in banca, era un uomo di numeri, un collezionista che si dedicava al “fai da te”. Proprio qui, tra i suoi attrezzi sono nati i primi gioielli: chiodi, dadi e bulloni, uniti da gomme e fili metallici.

L’architettura e la filosofia nella formazione di Laura Micheli

Laura Micheli ama la filosofia: E. Kant e i romantici hanno che hanno liberato la bellezza dalla perfezione classica, accogliendo l’informe, il caotico e il Sublime della natura. Laura comprende che la bellezza può esprimersi unendo gli opposti e il Brutto non rappresenta la negazione, ma solo l’altro lato della Bellezza. Questo è il tipo di bellezza che l’ha sempre affascinata, quella che giace nell’imperfezione, nell’imprecisione, nell’emozione e che riporterà viva in tutti i suoi gioielli.

L’architettura era una scelta scolpita nel suo DNA. Per imparare a progettare su grande scala si allena su piccoli plastici architettonici. Impara a lavorare il legno, a gettare il cemento, il gesso, la cera. Allo stesso tempo si avvicina all’uso di metalli come alluminio, rame, ottone e bronzo.

"Con lo studio della filosofia ho capito che l’imperfezione e il brutto sono l’altro lato della bellezza!"

Laura Micheli

Non è raro che gli architetti si interessino al design del gioiello, ma questo rapporto sfocia soprattutto nella forma dei gioielli stessi: forme geometriche, angoli retti, linee essenziali e minimaliste. Per Laura Micheli il legame tra architettura e gioielleria è soprattutto nel pensiero creativo, nel metodo di progettazione, nell’utilizzo di referenze, nel riconoscere l’importanza della storia e della memoria. Da un punto di vista estetico, invece, il gioiello ha una espressione propria, più svincolata ed artistica, quella della bellezza romantica – del sublime.

Realizzando i gioielli Laura ha imparato la bellezza dell’imperfetto. Un gioiello non è bello solo quando perfettamente sagomato e lucidato, ma quando è il risultato di un pensiero creativo, quando racconta una storia, di persone o luoghi, quando è sperimentazione, quando è fatto a mano, è “imperfetto” e quindi unico.

La bellezza dell’imperfezione

Nella sua città natale Novi Ligure c’è un piccolo laboratorio di gioielleria, all’interno una donna e suo figlio fanno bellissimi gioielli in metalli preziosi. Grazie a loro Laura impara le basi della gioielleria: taglio, limatura, saldatura e lucidatura. All’inizio lavora con alluminio, rame e bronzo, poi argento e oro. Non ha cercato questa passione, la passione ha trovato Laura.

Oggi dopo aver seguito corsi intensivi intensivi di gioielleria a Parigi, Milano e Londra e alla fine ho deciso di stabilire il sua atelier tra Zurigo e Milano.

Il processo creativo dietro ai suoi gioielli può partire da un’ispirazione formale o estetica, da un ricordo o dalla richiesta del cliente. Spesso si ispira alla natura (serie Euphoria), ai viaggi (serie Masai, ispirata alla pratica delle cicatrici ornamentali in Africa e in particolare in Tanzania), all’arte (serie Circus, ispirata all’artista Yves Klein e alla Body Art), o ai ricordi (gli anelli Marmolada e Latemar sono ispirati alle omonime montagne delle Dolomiti, luogo in cui trascorreva le vacanze estive da bambina).

“Amo le forme libere e organiche e gli errori creativi diventano elementi per sviluppare nuove idee.”

Laura Micheli

Laura Micheli Gioielli Filosofali

La bellezza dell’imperfezione secondo una giovane designer

Laura Micheli ama le forme libere ed organiche (Serie One Tool). Alcune volte il pezzo nasce durante il processo di realizzazione: un errore creativo può trasformarsi in un elemento di interesse e così quando un pezzo non è ancora finito, un secondo è già nato, come gli orecchini o anelli “Drop“, parte della serie Wonders, nati da una goccia di cera caduta per sbaglio sul banchetto.

Le “Serie“ aperte al posto delle collezioni

Ha deciso di creare “Serie” invece di collezioni, poiché cercava un modo di categorizzare pezzi con una simile ispirazione o tecnica che non fosse chiuso e finito. Una collezione, propriamente, si riferisce ad una stagione e contiene un numero definito di pezzi. Laura aggiunge continuamente gioielli alle serie, anche mesi o anni dopo.

La realizzazione del gioiello inizia sempre con schizzi a matita, che la aiutano a focalizzarsi sul concetto in modo veloce ed efficace. Dopo la parte 2D, inizia il lavoro tridimensionale: a seconda del modello lavoro direttamente con il metallo in forma di lamina o filo e procede con le varie lavorazioni come taglio, martellatura, saldatura, incastonatura o finitura. Altri pezzi vengono invece modellati in cera e successivamente fusi, sia con il processo di colata in sabbia (come per l’anello Latemar o Marmolada) o con il processo di microfusione a cera persa (come per gli orecchini “Flecto” o “Fluo”). Non realizza mai gli stampi dei suoi pezzi prima della colata e questo rende ogni pezzo completamente unico.

Laura Micheli gioielli, design e realizzazione sono intrinsecamente legati

Laura Micheli ama sperimentare con materiali e tecniche considerati“eccentrici”. Introduce note di colore con l’utilizzo di pietre preziose, semi preziose e smalti, questi ultimi realizzati con il supporto di un laboratorio orafo con sede a Milano.

La smaltatura è un processo che risale all’antico Egitto e può essere di diversi tipi. Lei utilizza lo smalto “a fuoco” dove metallo e pasta vitrea vengono combinati in modo uniforme attraverso una cottura in forno ad una temperatura intorno agli 800°/900° gradi. Il risultato finale può essere completamente opaco o trasparente, chiamato in “stile cattedrale”, che permette di intravedere il metallo e la lavorazione sottostanti (come nella variante “Colore” della serie Masai).

Oggi, lavora a Zurigo come architetto e realizza gioielli in parallelo, sperando che in futuro potrò dedicarmi ancora di più a quest’ultima attività. Laura è fiera della sua italianità e riconosce la sua grandissima fortuna nel potersi confrorntare con artigiani italiani, maestri nella gioielleria tradizionale e artistica.

Il futuro? A settembre un mese nella scuola di oreficeria contemporanea fiorentina “Alchimia” dove potrà continuare a studiare gioielleria artistica e conoscere persone appassionate.

Che dire a Laura?

Bravissima!!

I suoi gioielli sono in vendita nel negozio e collettivo “Die Macherei” a Zurigo e online, tramite il sito e i canali social Instagram e Facebook.

Photo Credits:

Caroline Pajak per le fotografi e di Laura e Janette Gloor per le foto con la modella di colore.

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